Opening > giovedì 16 giugno, ore 18.30
Volti. Corpi. Volti e corpi. Corpi senza volti. In uno scatto. Per fermare nella memoria di chi resta ciò che di chi parte si può trattenere. L’anima.
Tre cose sono prive di un vocabolario all’altezza per esprimerle. Tutte e tre sono il contenuto più ampio e sorprendente dell’anima. L’amore, il dolore e la libertà. Per essere udite devono vibrare, farsi musica. È la musica il deposito delle parole che mancano ai vocabolari. E il musicista l’onomaturgo. Sono nella musica i lemmi dell’amore, del dolore e della libertà.
Tanti volti di diversi musicisti colti nello scatto di un momento ove lo sguardo diventa una nota.
Ognuno mette la sua per suonare il tono dell’anima. L’amore, il dolore, la libertà. Tanti volti, ognuno con la sua nota, a formare un’orchestra impegnata a suonare il concerto dell’anima.
Ecco l’intento di Ninni Pepe. Appendere sul pentagramma le note trasfigurate in volti, così da far leggere una partitura.
E questo concerto ha un pubblico. Non può mancare. È un pubblico raccolto dall’obiettivo senza il volto e senza veli. Per non farsi distrarre dall’essenziale e per come furono fatti, a immagine e somiglianza. Una teofania.
Sono corpi in partenza. Ninni Pepe li coglie nell’attimo in cui s’impossessa dei loro corpi, scavando con l’occhio, sulle vecchie forme mortali, le ammaccature, le deformazioni e le violenze. Quelle subite e pure quelle inflitte. Nuove curve immortalate sulla pienezza del vuoto. Seni cadenti, spalle deformi, glutei sproporzionati. Siamo pieni di vuoti.
Tra un attimo, quando i vecchi corpi non saranno più riconoscibili alla vista, spezzettati in polvere, basterà accendere la memoria di quelle impronte scavate per riportarli in vita. Per farli resuscitare. Per trattenerli. Per cercarli col tatto e farli splendere anche al buio. E continuare ad ascoltare assieme il grande concerto dell’anima. Il concerto dell’amore, del dolore e della libertà.
Fabiano Amati