La parola ‘canone’, che in campo letterario indica “l’elenco delle opere e degli autori che costituiscono i modelli da seguire”, è sinonimo di ‘regola’, ‘norma’, ‘principio’.
La regola fondamentale qui osservata per costruire le variazioni visive della parola ‘poesia’, è così riassumibile: muovendo da uno schema tipografico canonico della parola ‘poesia’, è stata effettuata su di essa una serie di manipolazioni morfologiche – consistenti in particolare nell’inserimento di segni diacritici e nello stravolgimento grafico di singole lettere – evitando tuttavia che la parola ‘poesia’, cioè il canone di partenza, diventasse irriconoscibile all’occhio.
Tutto ciò, una volta di più, depone a favore dell’estrema fecondità immaginativa, delle potenzialità nascoste nel canone (tipografico) della ‘poesia’.
Per le variazioni ci si è avvalsi solo e esclusivamente delle possibilità offerte dal font e dai simboli speciali contenuti nel programma di video-scrittura Microsoft Office Word 2007, senza far ricorso a programmi di elaborazione delle immagini, tipo Photoshop, Corel Photo-Paint, Adobe Illustrator e simili.
Il testo è chiaramente un omaggio agli “esercizi di stile” di Raymond Queneau, che sono in numero di 99 (le Notations più novantotto texticules), un omaggio in piccolo e per metà: le variazioni, infatti, coinvolgono 49 poesie, compresa la ‘poesia’ canonica, + una mezza poesia (l’ultima intitolata poesia irrisolta): sono perciò 49.5.
– Paolo Albani –
Comunicato Stampa
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