dal 02 al 30 settembre 2023
a cura di
Mario Commone con Rosemarie Sansonetti
coordinamento tecnico scientifico progetto e supporto grafico
Marta Manini
Artisti in mostra:
Fernando Andolcetti, Carlo Battisti, Mirella Bentivoglio, Sergio Borrini, Bruno Cassaglia, Cosimo Cimino, Andrea Crosa, Delio Gennai, Francesco Granito, Mauro Manfredi, Nadia Nava, Riri Negri, Giuseppe Pellegrino, Adele Plotkin, Ampelio Zappalorto
OPENING sabato 02 settembre 2023 ore 17.30
Nel 2018 La Galleria IL GABBIANO termina la sua attività, iniziata cinquant’anni prima nel lontano 1968. Il 27 maggio 2022 ha inaugurato al CAMeC – Centro Arte Moderna e
Contemporanea della Spezia, museo che raccoglie le composite collezioni civiche di arte moderna e contemporanea della città – (poi proseguita a lungo, fino al 19 marzo 2023)
una mostra dal titolo emblematico ATTRAVERSO L’ARTE.
La galleria IL GABBIANO 1968-2018. Cinquant’anni di ricerca artistica, che ha inteso illustrare appunto il lungo percorso artistico della Galleria spezzina, ripercorrendo l’intera attività espositiva organizzata dal Circolo Culturale, che conta, suddivise nelle tre sedi, più di cinquecento trenta mostre; un capitolo a parte le mostre organizzate in altri spazi espositivi alla Spezia e in tutto il territorio nazionale.
La Galleria Il Gabbiano, realtà culturale di riferimento alla Spezia, ha contribuito a creare connessioni tra generazioni di artiste e artisti e ha promosso le ricerche più rappresentative dello scenario operativo internazionale dagli anni Sessanta al nuovo millennio, come la Poesia visiva, Fluxus, l’Arte concettuale e la Body Art. Fondato appunto
nel 1968 per volontà di una dozzina di artisti – un’esigenza scaturita dalla mancanza in città di situazioni analoghe -, il Circolo Culturale il Gabbiano ha avuto la peculiarità di essere uno spazio di dialogo e di confronto sempre rigorosamente gestito da artisti, desiderosi di aggiornare l’ambiente culturale della provincia e di portare avanti l’eredità dell’incontro con l’arte contemporanea che la città della Spezia aveva avuto, tra anni Cinquanta e Sessanta, grazie alle varie edizioni del Premio del Golfo, il premio di pittura che si è susseguito nella città ligure dal 1949 al 1965 – dopo un prima edizione del 1933 in ambito futurista – e che ha visto partecipare tutti i pittori italiani che poi rappresenteranno la storia della pittura italiana contemporanea dell’epoca e a seguire. Ci sono state nel corso di cinquant’anni fruttuose collaborazioni con artisti, critici e storici dell’arte, nonché galleristi, che hanno contribuito a ramificare sempre più la rete di contatti e conoscenze che ha reso la galleria nota a livello nazionale e con numerosi contatti anche all’estero. Con le oltre cinquecento mostre che si sono succedute in galleria dal 1968 al 2018, il Gabbiano ha reso sempre più esplicita la specificità di una visione militante sollecitata da una spinta visionaria che si è trasformata negli anni in una concreta e duratura missione culturale.
La mostra al CAMeC è stata articolata con un display composito che ha voluto dare idea prima di tutto della continuità espositiva di cinquant’anni di attività del Gabbiano, con
un’esemplificazione del susseguirsi cronologico delle mostre, a partire dalla prima sala, attraversava le altre tre, senza soluzione di continuità, comprendendo anche diversi
raggruppamenti e approfondimenti tematici, tra i quali è doveroso ricordare l’affettuoso omaggio ai fondatori e storici animatori della galleria Mauro Manfredi (1932-2004),
Fernando Andolcetti (1930-2021) – ai quali idealmente la mostra era stata dedicata – e Cosimo Cimino (1939), il quale ha creato un’installazione appositamente ideata per
l’occasione. Tra gli altri approfondimenti e omaggi ricordiamo anche quello a Mirella Bentivoglio, tra i tanti collaboratori della galleria, che ha contribuito a mettere in relazione tutta una serie di altre artiste e artisti che lavoravano secondo un linguaggio legato sia alla parola che all’immagine fotografica, quindi alla loro connessione. Il progetto espositivo ha ripercorso la cinquantennale vicenda della galleria attraverso una silloge di oltre duecento opere prestate da collezionisti vicini alla galleria, dagli autori o aventi diritto, o reperite in ultimo nelle collezioni civiche del CAMeC stesso. Nella project room del centro, infine, è stata inoltre proposta un’installazione corale, che riprendeva le dinamiche espositive della galleria, caratterizzate sovente da mostre collettive e tematiche, per le quali i partecipanti, in formazione variabile, erano chiamati a inviare un’opera secondo le indicazioni richieste, creando delle vere e proprie collane che avevano poi anche uno sviluppo editoriale. Per l’occasione, cinquanta artiste e artisti, che nel corso degli anni hanno esposto al Gabbiano, sono stati invitati a dare un contributo-omaggio alla mostra sotto forma di bandiera. La bandiera diventa così simbolo di libertà e leggerezza, elementi che hanno sempre contraddistinto l’identità del Gabbiano. L’attenzione posta dai curatori della mostra alla ricostruzione di questo articolato percorso artistico non ha mancato di indagare e sottolineare le numerose collaborazioni con gallerie e istituzioni culturali in Italia e all’estero. Tra queste proprio il Museo Nuova Era di Bari, galleria diretta dall’artista Rosemarie Sansonetti, con il quale il Gabbiano ha collaborato con produzioni o scambi di numerose mostre.
Da qui l’idea di questa mostra omaggio al Gabbiano, con una selezione di quindici artisti, voluta dalla gallerista barese, anche e soprattutto per l’amicizia che l’ha legata agli artisti che hanno composto la galleria spezzina, nata grazie all’artista americana Adele Plotkin (1931-2013), allieva alla Yale University di Josef Albers, poi arrivata in Italia, prima a Venezia poi a Roma e per ultimo a Bari, dove ha insegnato per numerosi anni Psicologia della Forma presso l’Accademia di Belle Arti del capoluogo pugliese,
protagonista di una mostra personale al Gabbiano nel 1990 dal titolo emblematico e decisamente attuale Dawn is long in coming….