Opening > Giovedì 29 ottobre 2020, ore 18.00
Finissage > 28 Novembre 2020
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In un tempo sospeso, una creatura si muove, tentennante, in un mondo solo in apparenza desolato. Non è certa la sua provenienza; sicura è però, favorita da un desiderio di ricerca fisica che è anche introspettiva, la volontà di instaurare un dialogo, silenzioso e dinamico, con gli abitanti millenari di quel luogo: gli ulivi.
Questa scena, crocevia di molteplici suggestioni, amalgamate in un gioco sistematico di rovesciamento delle parti, è raccontata dalla sequenza di immagini e suoni di Trust Me With Your Full Weight, videoinstallazione al centro del progetto artistico di Flavia Tritto, Extensa.
Seguendo un percorso analitico e creativo, originato dall’approfondimento di concetti di “individualità”, “(inter)soggettività” e “(auto)percezione”, e sviluppato con un’attitudine alla multidisciplinarietà che comprende il video e le installazioni, ma anche la performance e l’happening, l’autrice propone uno scenario completamente ribaltato, dove la figura umana non è più perno centrale, né tantomeno dominatrice, ma “aliena”, staccata dal contesto naturale terrestre, verso cui sente pressante il desiderio di (ri)conoscere.
Proiettata attraverso la superficie appena percepibile di una rete per la raccolta delle olive, ereditata dal nonno dell’artista, che adesso viene attorcigliata per assumere le forme naturalmente artistiche di un tronco di ulivo, questa dimensione terrena diventa il luogo dove l’umano cede il passo per ripensare il rapporto con la Natura, basato su interazioni tattili non più soverchianti, bensì contraddistinte da un istinto di protezione.
Girato in Puglia, il video vuole essere anche un atto di ricongiungimento dell’autrice con le proprie origini. È un riavvicinarsi incerto, che avviene dopo anni di assenza, un ritorno “da straniera” che si basa su una dialettica silente con l’altro, a cui consegue un affidarsi (biunivoco?) per riscoprire la propria umanità nella tutela del patrimonio naturale.
Si tratta di un momento di riflessione sulle condizioni ambientali della propria terra, colpita dalla tragedia della Xylella, che si trasforma nei movimenti della protagonista (Katarina Nesic) nella rappresentazione performativa di un differente e rispettoso modo di comportarsi. Una valutazione ecologistica sull’operato dell’uomo che si ritrova anche nelle sculture, create con la stessa rete utilizzata per la videoinstallazione, che diventano la reificazione delle immagini proiettate e la metafora plastica di questo problematico rapporto, sempre meno rispettoso dell’ecosistema.
Ed è così che, in questo passaggio epifanico, si concretizza l’abbandono di ogni precedente remora o sovrastruttura, che lasciano il passo a una simbiosi panica che dovrebbe diventare pratica collettiva.
Nicola Zito
In a suspended time, a creature wanders around an apparently wasted land. Its origin is unclear, and so is its identity. What is clear is that it is searching for something. This pursuit -both physical and introspective- materializes in a silent and dynamic dialogue with the timeless inhabitants of this land: the olive trees.
This narrative is displayed in the sequence of images and sounds that make up “Trust Me With Your Full Weight,” the video installation at the centre of Flavia Tritto’s solo show, “Extensa”.
The artist follows a creative and analytical path focused on “individuality”, “(inter)subjectivity” and “(self)perception”, and working across video, installation, performance and participatory art.
In this scenario presented, traditional binary hierarchies are overturned: the human figure is no longer central nor dominating, but rather is “alien”, detached from the natural world towards which it attempts to (re)connect. The scene is a tangle for feelings and thoughts only hinted at, which creates an ambiguous space for visitors to inhabit.
This earthly dimension becomes the place where the Human steps back to rethink its relationship with Nature, grounding its exploration in tactile interactions that are no longer overwhelming but rather characterized by care and attunement. This vision is projected through a just perceptible olive harvesting net -inherited by the artist from her grandfather- which here takes the shape of an olive tree’s trunk.
Shot in Puglia, the video constitutes a practice of reconciliation between the artist and her roots, created when she returned “as a foreigner” after years of absence. It is a cautious rapprochement, a silent dialogue, which generates a (reciprocal?) entrusting, and a re-discovery of what it means to be human by means of environmental stewardship.
This work is also a moment for reflection on the environmental conditions of the local land, hit by the tragedy of Xylella and desertification. These ecological concerns are embedded both in the video installation and in the net sculptures, which stand simultaneously as a plastic metaphor of the problematic relationship between the Human and the ecosystem, and as a reification of the filmed vision. Meanwhile, the movements of the performer (Katarina Nesic), poetically embody the need for a different kind of approach, based on care and respect.
Thus, in this epiphanic passage, any hesitation or superstructure is swept away and replaced by a suggestion of a symbiotic oneness with the environment, which can only be achieved if it becomes collective practice.
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Comunicato Stampa
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