Mostra personale di Enzo Tempesta, intitolata Memorie private e curata da Lia De Venere.
Così scrive in catalogo la curatrice:
“Siamo circondati da oggetti di ogni genere, in casa e nei luoghi di lavoro. Tanti, lasciati in vista o conservati in cassetti e armadi, acquistati o ricevuti in dono, spesso ereditati da chi non c’è più; amati o trascurati, usati frequentemente o in attesa di essere buttati via, esemplari unici o prodotti seriali.
Ognuno degli oggetti in mezzo ai quali oggi viviamo ha un valore, non solo economico. In realtà, essi sono i tasselli di cui è fatta la nostra storia personale, i puntelli su cui poggia più o meno saldamente la nostra memoria. Piccoli brani del nostro vissuto, dunque, che ci aiutano a creare una traccia di noi da ripercorrere alla ricerca del tempo passato o da consegnare a chi verrà dopo di noi. Le cose – ha scritto Jorge Luis Borges nella poesia Le cose (in Elogio dell’ombra, 1969) – “dureranno più in là del nostro oblio; non sapran mai che ce ne siamo andati”.
Queste le considerazioni che mi hanno suggerito le opere di Enzo Tempesta riunite in articolata unità nella mostra “Memorie private”, frutto di una ricerca condotta con assiduità lungo diversi decenni, ma rimasta in gran parte inedita. Affiancando foto d’epoca a immagini dipinte, vecchi manoscritti a disegni, oggetti di uso quotidiano a piccole scatole d’antan, l’artista compie una acuta riflessione sullo scorrere del tempo, su ciò che del passato permane nel presente e che aspira a transitare nel futuro”.
Comunicato Stampa
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