Alberta Zallone | Di notte gli alberi diventano sogni

Opening > sabato 15 aprile, ore 18,00

Di notte gli alberi diventano sogni 

Il titolo, un verso di Alda Merini tratto dalla poesia “Tu sai”, dà il titolo alla nuova personale di Alberta Zallone sarà visibile presso la galleria “Museo Nuova Era” dal 15 aprile al 4 maggio 2023.

Le immagini raccontano le esplorazioni compiute dall’autrice nel corso di un anno, dall’ultima neve al termine dell’autunno all’interno della Foresta Umbra nel Gargano. Nellefotografie la fotografa ha anche voluto, a volte, essere presente nei sentieri e tra gli alberi, quale wanderer, in un mondo incantato, anche se qui l’orizzonte non è ampio comenel quadro di Friedrich ma si apre e richiude di continuo.Le fotografie, eseguite con la sensibilità di chi quella natura ama e mai banali, ci mostrano dapprima la forestaaddormentata con l’ultima neve e il dominio di verdissimi muschi e poi il ritorno della vegetazione, le fioriture, il verde dell’estate , il cambiare delle stagioni, le piogge, lanebbia. Un albero in particolare, un faggio pluricentenario, ha attirato l’attenzione dell’autrice che lo ha ripreso nel corso delle stagioni e si è fotografata più volte ai suoi pieditrasformandolo in figura totemica dei suoi cammini solitari.Non è un bosco qualsiasi la foresta Umbra nel Gargano. È antica, estesa, con alberi non comuni nel resto dellaPuglia: faggi, e poi aceri, carpini, tassi, e poi cerri e altro ancora. Parte di essa è stata dichiarata patrimonio UNESCO nel 2017 tra le “Faggete primordiali dei Carpazi e di altreregioni d’Europa”. Oggi, è lo scrigno della biodiversità, da proteggere e salvaguardare. E tuttavia… . La foresta conserva un’aura di mistero, al contempo minaccioso esalvifico, reca un ricordo ancestrale che vive dentro di noi e che appartiene alla nostra anima in modo insondabile. È questo che cerca Alberta? Sì perché ella è tutto fuorchéuna fotografa naturalista. Ella spia il cambiamento e l’identità della natura, ma ecco: il segreto che nasconde e rivela la sua fotografia è Alberta stessa: perturbante presenza-assenza, che d’improvviso compare per poi scomparire, ella stessa misteriosa, inghiottita dalla foresta che vuole possedere

La mostra è accompagnata da un catalogo. 

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